domenica 26 agosto 2007

I funerali di mio padre

Pezzi di sillabe senza suono

Spazzano l’aria d’ogni frastuono

Così dell’atono rumore d’un’anima

Restan s’un fiore frantumi di lacrime.

qui

Vomito di dolore

Bieco vuoto d’esistenza

Di sofferenza insensata

Senza supporto, scosso

Affannato e immobile

Paralisi olfattiva

Tattile, di libido.

Di fronte: uno scaffale

Vuoto

Qui al supermercato


sabato 25 agosto 2007

Foglie rosse

Di foglie rosse il calpestio

Come mie vite non vissute

Ad ogni passo frantumate

Sento l’odore

e il sordo suono:

Scorgo

quel che non son stato.

E cammino, intanto,

tra il crepitio di foglie rosse.

...

Ieri di soprassalto

Mi sono accorto

Che del maltolto

Non s’ha rimborso

Oggi so che ciò

Che costruirò

Nulla mai avrà

Di nuda proprietà

Domani sia semplicemente

ciò che d’ora in poi verrà:

un sincero folle dono

all’intera umanità.

...

Salite di salici mi portano dove sfioro la liquidità del tuo seno di zucchero caramellato e nocciole.

Poi discese lente come senza respiro scorrono l’acqua del tuo collo tra scivoli di capelli molli.

Morsi bulimici sul ventre pagoda

Bevo champagne con la bocca affamata

Ascolto dall’amplificatore i tuoi respiri superflui

Stringo come la cartella del primo giorno di scuola tutto ciò che ho di te.

...

Come se

soli

fossimo parolai

che senza cura

s’arrotolano

stretti

nodi d’amore

ora restiamo silenziosi

stesi al suolo.

trentanni oggi

Ancora un anno
sul tuo scaffale.
Fai un po' di posto
tra i vecchi libri:

metti un po’ più avanti
i libri dimenticati,
così si scordano
più lentamente;

lascia nella polvere
i libri studiati
sudati a forza,
nel chiuso di ore;

aggiusta con gran cura
i libri d'amore,
lasciami una pagina,
e ora scrivi,
scrivi le tue parole.

lettera a dio

certo di ricevere presto sue notizie
resto in attesa
di malattia, vecchiaia e calvizie.

il viaggio

dell'umanità del viaggio
resta il sentiero d'orme
del sudore la scia
e qualche sparuto scritto.
eppure siamo stati in coda
frementi d'attesa
per il nostro biglietto.

la zappa

passi veloci
e scale scoscese
attraversano il giorno.

tu resti nell angolo
scavando il pavimento.

"ho trovato la zappa"
dico felice

tu, le mani livide
con le unghie di terra
saluti senza sentirmi

preghiera autodidatta (25/12/2005)

salva la lepre dal cacciatore
salva il gatto dallo stradone
salva lo schiavo dal padrone
salva il morente dal dolore
salva l'intimo dal quotidiano
salva il malato dall' "homo" sano
salva lo sconfitto dal disonore
salva la fiducia dall'egoismo
salva l'italia dal patriottismo
salva il pensiero dall'amore
salva ogni dio dalla sua chiesa
salva il fanciullo dall'offesa
salva il sentimento dalla ragione
salva il condannato dal boia
e se puoi, ogni tanto,
salva te stesso dalla noia.

13 luglio 2006

scarico certo
a vecchiaia infedele
concedo la danza

le melodie da queste
altezze di metri
son balle di speranza

come malattie curate
da 'n paradiagnostico
in camice bianco e BMW

ora abbraccerei carne
un gatto due gatti
un amore e nulla più