Pezzi di sillabe senza suono
Spazzano l’aria d’ogni frastuono
Così dell’atono rumore d’un’anima
Restan s’un fiore frantumi di lacrime.
poesie
Pezzi di sillabe senza suono
Spazzano l’aria d’ogni frastuono
Così dell’atono rumore d’un’anima
Restan s’un fiore frantumi di lacrime.
Vomito di dolore
Bieco vuoto d’esistenza
Di sofferenza insensata
Senza supporto, scosso
Affannato e immobile
Paralisi olfattiva
Tattile, di libido.
Di fronte: uno scaffale
Vuoto
Qui al supermercato
Di foglie rosse il calpestio
Come mie vite non vissute
Ad ogni passo frantumate
Sento l’odore
e il sordo suono:
Scorgo
quel che non son stato.
E cammino, intanto,
tra il crepitio di foglie rosse.
Mi sono accorto
Che del maltolto
Non s’ha rimborso
Oggi so che ciò
Che costruirò
Nulla mai avrà
Di nuda proprietà
Domani sia semplicemente
ciò che d’ora in poi verrà:
un sincero folle dono
all’intera umanità.
Salite di salici mi portano dove sfioro la liquidità del tuo seno di zucchero caramellato e nocciole.
Poi discese lente come senza respiro scorrono l’acqua del tuo collo tra scivoli di capelli molli.
Morsi bulimici sul ventre pagoda
Bevo champagne con la bocca affamata
Ascolto dall’amplificatore i tuoi respiri superflui
Stringo come la cartella del primo giorno di scuola tutto ciò che ho di te.
Come se
soli
fossimo parolai
che senza cura
s’arrotolano
stretti
nodi d’amore
ora restiamo silenziosi
stesi al suolo.